...Affinchè tali parole non muoiano laddove sono state pronunciate. Che questo scritto possa segnare su carta, in modo indelebile, ciò che è stato raccontato e sopravviva al trascorrere del tempo... *questi i pensieri di Lilian, mentre si appresta a trascrivere ordinatamente le conoscenze che che il Monaco le ha trasmesso, quella lunga nottata trascorsa nella biblioteca dell'Accademia Arcana di Thermes*
"Dai racconti del monaco di Orak’zen – Appunti storici, risalenti all’epoca della guerra contro la Regina di Sangue. ...Affinchè tali parole non muoiano laddove sono state pronunciate. Che questo scritto possa segnare su carta, in modo indelebile, ciò che è stato raccontato e sopravviva al trascorrere del tempo... *questi i pensieri di Lilian, mentre si appresta a trascrivere ordinatamente le conoscenze che che il Monaco le ha trasmesso, quella lunga nottata trascorsa nella biblioteca dell'Accademia Arcana di Thermes*
"Dai racconti del monaco di Orak’zen – Appunti storici, risalenti all’epoca della guerra contro la Regina di Sangue.
La popolazione stremata gridava aiuto, grida che giunsero ai Mercenari del Sud, stanziatisi a Senza Patria, che, seppur mal giudicati dal sovrano di Barim, ormai condizionato dall’influenza dei suoi consiglieri che segretamente servivano Danath, decisero di liberare la città.
Furono loro, questa volta, ad assediare la cittadella con lo scopo di portare via da lì la popolazione stremata, se il Re fosse rimasto fermo sui suoi passi.
Durante la battaglia che ne seguì, sia il comandante dei mercenari del Sud che Lady Kima scomparvero, e solo l’intervento dell’armata nanica non impedì la sconfitta dei mercenari che, invece, liberarono la città.
Purtroppo, però, il Re, preso nella morsa dei poteri che ormai erano della figlia, non accettò alcun consiglio da parte dei veterani e dei nani, ed anzi, li incriminò per alto tradimento.
I nani e i veterani si ritirarono ai senzapatria, ma organizzarono insieme ad un gruppo di paladini delle fughe dalla città, riaprendo i passaggi dei Drow usati nella Guerra delle Cittadelle, grazie anche al supporto di un gruppo di elfi scuri, di cui però la storia non ha lasciato molte notizie.
La sera dell’Assunzione, la città di Barim venne pervasa da una nebbia magica che ne oscurò il cielo e fece sì che la gente non fosse svegliata nel sonno…
I vampiri uscirono dal castello e dai suoi sotterranei, ormai completamente infestati, per banchettare e nutrirsi…
Si dice che quella sera la metà degli abitanti di Barim rimasta in città perì; gli altri si salvarono grazie a quei paladini che avevano reso possibile la fuga di molti innocenti.
Diverse vite furono salvate anche grazie ad un gruppo di avventurieri che servendosi di particolari poteri magici, riuscirono ad entrare a Barim durante quella notte infame, resistendo alla nebbia. Molti bambini furono, inoltre, tratti in salvo grazie ad una maestra eletta di Zurkul per merito dei poteri concessi dalla sua Dea. Il suo nome, purtroppo, non è citato da nessuna parte.
Tutti questi profughi si rintanarono a Senzapatria, nelle Terre di Nessuno, ma anche laggiù la pace non era di casa. Il villaggio fu attaccato dalle forze umanoidi del Drago Nero, orchi per la maggior parte. Oltre a quelle unità, un esercito Drow stava calando dalle colline nere ed un portale magico si stava aprendo davanti al villaggio per far sì che l’esercito di Non-morto di Barim si scagliasse contro i viventi lì assediati…
Fu allora che il Destino si volse a sfavore di Danath, per la prima volta: Lesloé Sted’Wa, la maga che molti avventurieri di Thermes hanno conosciuto come “la creatrice del Ma’rifath”, attivò un potentissimo sistema incantato che chiuse in una bolla magica tenuta insieme da cinque sigilli la città di Barim, intrappolando dentro di essa anche Ashantara e il suo esercito di non-morti.
Nello stesso momento, qualcosa che si dice abbia a che vedere con il Fondatore di Midlar, mise Karlis, il Drago Nero, a dormire……
Si racconta che Silvermind, il Drago d’Argento, intervenne offrendo una soluzione per fermare l’ascesa della Regina di Sangue: sacrificarsi per far sì che il proprio sangue venisse da lei bevuto al posto di quello del Drago Nero…Il tutto doveva avvenire durante il giorno sacro a Tanath, il 15 del mese Newmonth, oppure durante il giorno antecedente o posteriore.
Tuttavia, accadde qualcosa di apparentemente inspiegabile: coloro che avrebbero dovuto compiere il sacrificio ed attingere al sangue del Drago d’Argento non giunsero mai al suo cospetto durante i tre giorni prestabiliti.
Silvermind attese invano…
In realtà gli avventurieri partirono…
Si recarono nelle paludi, dove un gruppo di Drow, con il supporto di abominevoli Troll, li assalì…
Gli avventurieri combatterono per due giorni…Al terzo giorno, inviarono tre esponenti del drago, facendoli sgattaiolare via, dietro le fila nemiche.
Questi raggiunsero Silvermind…Il Drago si dissanguò…arrivò all’orlo del collasso.
Mentre il suo cuore si fermava, consegnò il suo sangue ai tre avventurieri, ed essi si diressero verso Barim…
Purtroppo, però, tra loro era presente un mago traditore che condannò i suoi due compagni a morte, facendo loro incontrare un Lich lungo il tragitto verso Barim…
Compiutosi il massacro a tradimento, questo mago si impadronì del sangue di Silvermind e sparì…Di lui non si ebbe più notizia alcuna…
Tarash, che assistette alla scena del nobile gesto del Drago d’Argento e al successivo vanificarsi del suo sacrificio, decise, per giustizia, di restituire la vita al valoroso Drago che volò via, lasciando una scia d’argento in cielo…
Il Fondatore, vedendo la scia, comprese il messaggio che da essa derivava e sentì che in essa era racchiusa la volontà della sua Dea…
Egli ebbe tre notti e tre giorni di visioni…
Attese nei dintorni di Barim; radunò a sé i suoi amici più fidati: il suo unico paladino, Nemesys, il druido di Ishatara, due mezz’orchi, dei monaci dell’ordine dei Cinque Cerchi e una maga elfo che era divenuta sua consorte…
Guidato dalle sue visioni, diede inizio ad una ricerca che lo portò a scoprire un antico manufatto: un braciere sorretto da tre lance, molto antico, sul quale erano incise delle scritte nel linguaggio degli elfi scuri.
Il gruppo entrò nella cittadella Drow di nascosto, con l’aiuto di alcuni “interni”, consegnò ad essi il braciere, i drow lo accesero nelle stanze più buie e recondite della cittadella e la sua luce guidò il suo vero padrone, Voldren, attraverso le maglie del mantello di Shakarra.
Il Dio della Vendetta dei Drow, alleato per una volta della sua più acerrima nemica, Kololth, riprese il suo popolo, strappandolo dalle grifie dell’allora Danath, colui che aveva portato via i Drow ai loro dèi.
Dopo aver rinvenuto il manufatto, il gruppo si recò nuovamente a Barim.
Qui giunse durante il combattimento tra i Cavalieri Oscuri, i nani e i Mercenari del Sud…Fu proprio questo gruppo a sottrarre la morente Kima e il suo amante da Barim, conducendoli in salvo verso le montagne dell’Est, seguendo la scia argentea di Silvermind…
Questa scia condusse il gruppo in avventure numerose e diverse, fino al ritrovamento sui picchi innevati di un antico mausoleo…
Quest’ultimo era pericoloso, infestato da presenze oscure non ben definite; c’è chi dice fossero demoni, chi altro ancora…
Ripulendo questo mausoleo, il gruppo rinvenì un oggetto che, a detta dei partecipanti alla spedizione, ad ognuno pareva rappresentare un diverso manufatto, originario della propria razza; e neppure coloro che appartenevano alla medesima razza riuscivano a vederlo allo stesso modo…
Il Fondatore cita:
”era bello e mutevole, nessuno lo poteva vedere come io lo vedevo, in tutti i suoi aspetti assieme e allo stesso tempo separati… esso era sangue e carne, gioia e dolore, passione e noia…esso rappresentava la vastità che è racchiusa nella diversità che è rappresentata dalla vita”
…Si dice che quel manufatto fosse toccato da molti Dèi…per questo Midlar è la città Santa…
In quelle parole si legge la Luce di Tanath, la Benevolenza di Ishatara, ma molto e molto altro…
Il gruppo scese nelle cripte del mausoleo, dove una porta si aprì, rivelando una grotta di ghiaccio e argento…la tana di Silvermind… Qui, gli avventurieri gettarono il manufatto in una polla al centro della grotta, laddove l’acqua non era ghiaccio…
…perché questo era il volere degli Dèi…
La grotta divenne pesante…scricchiolò e tremò, ed il Drago d’Argento, mostrandosi nella sua possanza, dispiegò le ali per sostenerla.
Quando il gruppo uscì all’aperto, il mausoleo aveva perso i segni del tempo, e una cinta muraria racchiudeva quello che sarebbe diventato il suolo di Midlar…
Questa è la conclusione della prima parte della storia sulla guerra della Regina di Sangue, sul mondo dei mortali…
…Si entra ora nell’Età del Buio…
Poco si conosce di questo periodo in cui i vivi combattono con i morti che escono dalla terra…
L’inverno gelido imperversa, insieme alla follia, e nessun libro viene scritto. La Biblioteca di Tirmira venne distrutta, insieme a molto altro di quest’epoca…
I primi libri verranno redatti nuovamente, ed in segreto, all’inizio di quella che verrà chiamata “l’Era delle Ombre”
Lilian Cailynn,
Priore di Tanath
1315 d.I. Anno della Rosa Appassita
"Dai racconti del monaco di Orak’zen – Appunti storici, risalenti all’epoca della guerra contro la Regina di Sangue. ...Affinchè tali parole non muoiano laddove sono state pronunciate. Che questo scritto possa segnare su carta, in modo indelebile, ciò che è stato raccontato e sopravviva al trascorrere del tempo... *questi i pensieri di Lilian, mentre si appresta a trascrivere ordinatamente le conoscenze che che il Monaco le ha trasmesso, quella lunga nottata trascorsa nella biblioteca dell'Accademia Arcana di Thermes*
"Dai racconti del monaco di Orak’zen – Appunti storici, risalenti all’epoca della guerra contro la Regina di Sangue.
La popolazione stremata gridava aiuto, grida che giunsero ai Mercenari del Sud, stanziatisi a Senza Patria, che, seppur mal giudicati dal sovrano di Barim, ormai condizionato dall’influenza dei suoi consiglieri che segretamente servivano Danath, decisero di liberare la città.
Furono loro, questa volta, ad assediare la cittadella con lo scopo di portare via da lì la popolazione stremata, se il Re fosse rimasto fermo sui suoi passi.
Durante la battaglia che ne seguì, sia il comandante dei mercenari del Sud che Lady Kima scomparvero, e solo l’intervento dell’armata nanica non impedì la sconfitta dei mercenari che, invece, liberarono la città.
Purtroppo, però, il Re, preso nella morsa dei poteri che ormai erano della figlia, non accettò alcun consiglio da parte dei veterani e dei nani, ed anzi, li incriminò per alto tradimento.
I nani e i veterani si ritirarono ai senzapatria, ma organizzarono insieme ad un gruppo di paladini delle fughe dalla città, riaprendo i passaggi dei Drow usati nella Guerra delle Cittadelle, grazie anche al supporto di un gruppo di elfi scuri, di cui però la storia non ha lasciato molte notizie.
La sera dell’Assunzione, la città di Barim venne pervasa da una nebbia magica che ne oscurò il cielo e fece sì che la gente non fosse svegliata nel sonno…
I vampiri uscirono dal castello e dai suoi sotterranei, ormai completamente infestati, per banchettare e nutrirsi…
Si dice che quella sera la metà degli abitanti di Barim rimasta in città perì; gli altri si salvarono grazie a quei paladini che avevano reso possibile la fuga di molti innocenti.
Diverse vite furono salvate anche grazie ad un gruppo di avventurieri che servendosi di particolari poteri magici, riuscirono ad entrare a Barim durante quella notte infame, resistendo alla nebbia. Molti bambini furono, inoltre, tratti in salvo grazie ad una maestra eletta di Zurkul per merito dei poteri concessi dalla sua Dea. Il suo nome, purtroppo, non è citato da nessuna parte.
Tutti questi profughi si rintanarono a Senzapatria, nelle Terre di Nessuno, ma anche laggiù la pace non era di casa. Il villaggio fu attaccato dalle forze umanoidi del Drago Nero, orchi per la maggior parte. Oltre a quelle unità, un esercito Drow stava calando dalle colline nere ed un portale magico si stava aprendo davanti al villaggio per far sì che l’esercito di Non-morto di Barim si scagliasse contro i viventi lì assediati…
Fu allora che il Destino si volse a sfavore di Danath, per la prima volta: Lesloé Sted’Wa, la maga che molti avventurieri di Thermes hanno conosciuto come “la creatrice del Ma’rifath”, attivò un potentissimo sistema incantato che chiuse in una bolla magica tenuta insieme da cinque sigilli la città di Barim, intrappolando dentro di essa anche Ashantara e il suo esercito di non-morti.
Nello stesso momento, qualcosa che si dice abbia a che vedere con il Fondatore di Midlar, mise Karlis, il Drago Nero, a dormire……
Si racconta che Silvermind, il Drago d’Argento, intervenne offrendo una soluzione per fermare l’ascesa della Regina di Sangue: sacrificarsi per far sì che il proprio sangue venisse da lei bevuto al posto di quello del Drago Nero…Il tutto doveva avvenire durante il giorno sacro a Tanath, il 15 del mese Newmonth, oppure durante il giorno antecedente o posteriore.
Tuttavia, accadde qualcosa di apparentemente inspiegabile: coloro che avrebbero dovuto compiere il sacrificio ed attingere al sangue del Drago d’Argento non giunsero mai al suo cospetto durante i tre giorni prestabiliti.
Silvermind attese invano…
In realtà gli avventurieri partirono…
Si recarono nelle paludi, dove un gruppo di Drow, con il supporto di abominevoli Troll, li assalì…
Gli avventurieri combatterono per due giorni…Al terzo giorno, inviarono tre esponenti del drago, facendoli sgattaiolare via, dietro le fila nemiche.
Questi raggiunsero Silvermind…Il Drago si dissanguò…arrivò all’orlo del collasso.
Mentre il suo cuore si fermava, consegnò il suo sangue ai tre avventurieri, ed essi si diressero verso Barim…
Purtroppo, però, tra loro era presente un mago traditore che condannò i suoi due compagni a morte, facendo loro incontrare un Lich lungo il tragitto verso Barim…
Compiutosi il massacro a tradimento, questo mago si impadronì del sangue di Silvermind e sparì…Di lui non si ebbe più notizia alcuna…
Tarash, che assistette alla scena del nobile gesto del Drago d’Argento e al successivo vanificarsi del suo sacrificio, decise, per giustizia, di restituire la vita al valoroso Drago che volò via, lasciando una scia d’argento in cielo…
Il Fondatore, vedendo la scia, comprese il messaggio che da essa derivava e sentì che in essa era racchiusa la volontà della sua Dea…
Egli ebbe tre notti e tre giorni di visioni…
Attese nei dintorni di Barim; radunò a sé i suoi amici più fidati: il suo unico paladino, Nemesys, il druido di Ishatara, due mezz’orchi, dei monaci dell’ordine dei Cinque Cerchi e una maga elfo che era divenuta sua consorte…
Guidato dalle sue visioni, diede inizio ad una ricerca che lo portò a scoprire un antico manufatto: un braciere sorretto da tre lance, molto antico, sul quale erano incise delle scritte nel linguaggio degli elfi scuri.
Il gruppo entrò nella cittadella Drow di nascosto, con l’aiuto di alcuni “interni”, consegnò ad essi il braciere, i drow lo accesero nelle stanze più buie e recondite della cittadella e la sua luce guidò il suo vero padrone, Voldren, attraverso le maglie del mantello di Shakarra.
Il Dio della Vendetta dei Drow, alleato per una volta della sua più acerrima nemica, Kololth, riprese il suo popolo, strappandolo dalle grifie dell’allora Danath, colui che aveva portato via i Drow ai loro dèi.
Dopo aver rinvenuto il manufatto, il gruppo si recò nuovamente a Barim.
Qui giunse durante il combattimento tra i Cavalieri Oscuri, i nani e i Mercenari del Sud…Fu proprio questo gruppo a sottrarre la morente Kima e il suo amante da Barim, conducendoli in salvo verso le montagne dell’Est, seguendo la scia argentea di Silvermind…
Questa scia condusse il gruppo in avventure numerose e diverse, fino al ritrovamento sui picchi innevati di un antico mausoleo…
Quest’ultimo era pericoloso, infestato da presenze oscure non ben definite; c’è chi dice fossero demoni, chi altro ancora…
Ripulendo questo mausoleo, il gruppo rinvenì un oggetto che, a detta dei partecipanti alla spedizione, ad ognuno pareva rappresentare un diverso manufatto, originario della propria razza; e neppure coloro che appartenevano alla medesima razza riuscivano a vederlo allo stesso modo…
Il Fondatore cita:
”era bello e mutevole, nessuno lo poteva vedere come io lo vedevo, in tutti i suoi aspetti assieme e allo stesso tempo separati… esso era sangue e carne, gioia e dolore, passione e noia…esso rappresentava la vastità che è racchiusa nella diversità che è rappresentata dalla vita”
…Si dice che quel manufatto fosse toccato da molti Dèi…per questo Midlar è la città Santa…
In quelle parole si legge la Luce di Tanath, la Benevolenza di Ishatara, ma molto e molto altro…
Il gruppo scese nelle cripte del mausoleo, dove una porta si aprì, rivelando una grotta di ghiaccio e argento…la tana di Silvermind… Qui, gli avventurieri gettarono il manufatto in una polla al centro della grotta, laddove l’acqua non era ghiaccio…
…perché questo era il volere degli Dèi…
La grotta divenne pesante…scricchiolò e tremò, ed il Drago d’Argento, mostrandosi nella sua possanza, dispiegò le ali per sostenerla.
Quando il gruppo uscì all’aperto, il mausoleo aveva perso i segni del tempo, e una cinta muraria racchiudeva quello che sarebbe diventato il suolo di Midlar…
Questa è la conclusione della prima parte della storia sulla guerra della Regina di Sangue, sul mondo dei mortali…
…Si entra ora nell’Età del Buio…
Poco si conosce di questo periodo in cui i vivi combattono con i morti che escono dalla terra…
L’inverno gelido imperversa, insieme alla follia, e nessun libro viene scritto. La Biblioteca di Tirmira venne distrutta, insieme a molto altro di quest’epoca…
I primi libri verranno redatti nuovamente, ed in segreto, all’inizio di quella che verrà chiamata “l’Era delle Ombre”
Lilian Cailynn,
Priore di Tanath
1315 d.I. Anno della Rosa Appassita