La chiesa di Dunarm

Dogmi:

Lotta e forgia, forgia e lotta. Questo è il volere di Dunarm. Rammenta le sue imprese passate e seguine le orme. Rammenta che noi non siamo più schiavi, e mai lo saremo. Non chinare il capo e affronta ogni avversità col sorriso sulle labbra. Schiaccia i nemici senza pietà e compassione, rendi schiavi i deboli e falli lavorare, ma non cadere mai nell’inganno della tortura e della violenza su di loro, uno schiavo è utile da vivo non da morto.

Cenni storici:

Dunarm al principio era un mortale, che portò il proprio popolo e gli altri schiavi, a ribellarsi al dominio degli Illithid durante “La Guerra dei Padroni”. Alla fine della guerra morì per colpa del cataclisma conseguito, ma il suo popolo non dimenticò mai tale coraggioso condottiero, impavido e valoroso, che spezzò le proprie catene. E fu allora che i Duergar cominciarono ad adorare Dunarm come divinità mortale, e in quel preciso momento egli ascese al rango di divinità intermedia, come patrono e salvatore del proprio popolo.
La chiesa di Dunarm, nacque ufficialmente alcune centinaia di anni più tardi, come culto dedicato alla forgiatura, all’estrazione e alla lotta per la sopravvivenza. Però la vita dura e cruda del sottosuolo, lentamente iniziarono a riforgiare e ritemprare il culto, il quale dopo appena cinque secoli divenne anche un culto guerresco e basato sullo sfruttamento degli schiavi. E tutt’ora permane questa filosofia.

Filosofia della chiesa:

La chiesa del dio forgiatore, si basa principalmente sull’idea di forgiare perennemente armi, armature e invenzioni varie, per prepararsi a future e terribili guerre, il tutto sfruttando come mano d’opera principale per l’estrazione di materia prima gli schiavi, razza inferiore e debole.
La chiesa a tal riguardo però aborra le pratiche malsane dei drow, di uccidere gli schiavi o torturarli, e a tal riguardo una delle “tredici steli nere di Dunarm”, ove sono redatti tutti i doveri e obblighi della chiesa e del popolo, recita quanto segue: “…non cadere mai nell’inganno della tortura e della violenza su di loro, uno schiavo è utile da vivo e non da morto. Per i morti vi penseranno i tuoi avversari a placare la tua ira…”.
La chiesa è strettamente gerarchica e rigida ed è divisa in vari ordini al suo interno: I mastri-forgiatori (sacerdoti del dio), i mastri di chiavi (le guardie nere) e i guardiani di porta (difensori nanici), e ognuno di essi svolge un particolare compito all’interno della chiesa.

Ordine dei chierici:

I mastri-forgiatori hanno il compito di tener sempre accese le fornaci delle città e di forgiare i migliori oggetti del regno per i loro sovrani e il dio. Hanno un importate ruolo nella vita di tutti i giorni sia pubblica che politica, e la loro parola viene sempre tenuta molto in considerazione dai re e i nobili. Oltre al ruolo di mastri fabbri, consiglieri e oratori, hanno anche un importante ruolo suoi campi di battaglia, ove tendono a inalzare il morale delle truppe con sermoni e cantici di guerra.
All’interno dell’ordine vi sono sei cariche di comando con i seguenti titoli, che si vanno a unire alla carica di mastro-forgiatore: Nor, Namar, Nushren, Nidran, Nakuz, Nemdraught. Tutti i sacerdoti iniziano la loro vita, dopo la consacrazione nella grande forgia della città, con la carica di Nor, e soltanto quando la chiesa locale li ritiene degni di avanzare di grado li mette alla prova alla forgia, per vedere la loro maestria nel forgiare armi o armature di estrema bellezza [la prova è sostenibile al 4°,8°,12°,16° e 20° livello]. Se la prova viene superata con successo, il responsabile in carica consegna una riproduzione delle cinque reliquie di Dunarm al sacerdote; ma in caso di fallimento, il sacerdote deve lavorare alle forge assieme agli schiavi per un tempo da stabilirsi, come punizione per la sua incompetenza, e per aver offeso il Dio.

Allineamento dei chierici: NM, LM

Ordine delle guardie nere:

I mastri di chiavi è un ordine di guerrieri consacrati al dio, dediti alla difesa delle forge sacre nelle città e dei mastri-forgiatori. Seguaci devoti e fanatici crudeli, portatori delle chiavi dei templi e delle forge e grandi eroi delle loro città. Diventare un mastro di chiavi è un immenso onore per un duergar, simbolo di dedizione, costanza e fede cieca; per ottenere tale carica un duergar deve sostenere lo “sguardo di Dunarm” un rito di cui non si sa nulla, e di cui nessuno parla. Se l’adpeto supera tale prova viene nominato guardia nera, e gli vengono date le chiavi dei templi e delle forge della città, oltre che una copia magia de “il forgiatore” l’arma favorità di Dunarm.

Allineamento delle guardie nere: LM

Ordine dei difensori nanici:

I guardiani di porta è un ordine militare/religioso che possiede l’importante compito di sorvegliare le porte della città e pattugliare le strade in tempo di pace, e di guidare plotoni in tempo di guerra. Per raggiungere tale onorificenza bisogna seguire duri addestramenti tra le fila dell’esercito, e fare interminabili pattugliamenti e guardie, obbedendo sempre con dovizia e lealtà. Una volta raggiunti i risultati, i superiori propongono sempre le guardie più forti come futuri guardiani, e vengono sottoposti alla prova del “tempramento”. Durante tale prova, i duergar prescelti, vengono mandati in un angolo sperduto del sottosuolo per un giorno e una notte, a sorvegliare e pattugliare una determinata zona da soli. Se sopravvivono possono tornare a casa carichi di onori e glorie, ottenendo la tanto sperata ricompensa. Oltre la nomina ufficiale, al soldato viene donato uno scudo magico conosciuto col nome “L’occhio di Dunarm” infallibile compagno del guardiano; e gli vengono affidati ai comandi una decina di soldati da addestrare e gestire come meglio crede, per allenare sé stesso e i soldati a future guerre.

Allineamento dei difensori nanici: LM

Obblighi/Restrizioni:

La chiesa di Dunarm essendo molto rigida possiede una serie lunghissima di obblighi, divisi per i vari ordini.
Per i mastri-forgiatori vi è l’obbligo di povertà, e di forgiare con dovizia e costanza oggetti per la città e i clan. Tutto ciò che possiedono viene dato all’ordine, e l’ordine li sostiene nel necessario.
Per i mastri di chiavi vi è l’obbligo di donare il 20% dei loro averi alla chiesa durante le feste delle grandi forgiature, e di non possedere alcun bene immobile; a tale proposito la chiesa sostiene i fedeli.
Per i guardiani di porta non vi sono obblighi particolari, se non quello di non chiedere mai spiegazioni, e obbedire a testa alta.